Sono alle ultimissime pagine di questo libro e di nuovo mi trovo ad essere perplessa leggendo un Premio Nobel della Letteratura.
Di Doris Lessing ho già detto, di Philip Roth, non Premio Nobel ma, a detta di certi giornalisti, quasi, da cui sarebbe sfuggito solo perché morto prima... Non mi sono piaciuti al punto che non li leggerò più.
Di questo scrittore sudamericano non avevo mai letto niente ed ho voluto provare. Non vado in cerca di Premi Nobel da leggere, ma se scegliendo un libro scopro che chi l'ha scritto è stato insignito del massimo riconoscimento per la propria Opera Letteraria mi aspetto qualcosa di speciale. Ebbene Vargas LLosa racconta, romanzandoli un po', fatti storici del Guatemala nel secolo appena trascorso.
Una narrazione interessante per me che non conoscevo nulla di tali accadimenti, ma zeppa fino all'inverosimile di nomi dei numerosissimi personaggi coinvolti nella Storia. Questo, che già rende arduo seguire il susseguirsi convulso dei fatti, è reso dallo scrittore ancora più faticoso per la comprensione di essi dal tipo di narrazione scelta dall'Autore. Egli non segue un racconto cronologico della Storia e nemmeno usa l'escamotage del flash-back, ma inizia un capitolo narrando una serie di avvenimenti intorno ad un personaggio in un preciso momento della Storia per poi concluderlo e nel capitolo successivo inizia a narrare intorno ad un altro personaggio in fatti che coinvolgono anche il personaggio del capitolo precedente, ma localizzandolo in un tempo successivo o, in alcuni casi, precedente. Mi ci è voluto un po' per capire questo strano modo di narrare, che non giova alla chiarezza della narrazione, nè all'eventuale messaggio che ciascuno può trovare in questa Opera.
E' uno scorrere continuo avanti e indietro, senza nesso cronologico, saltando da un personaggio all'altro, a volte chiamando uno stesso personaggio con un nome o nomignolo diverso.. Un capitolo fra gli ultimi inizia senza neppure palesare di quale personaggio sta parlando, ma raccontando cosa sta facendo nel momento del tempo in cui l'ha collocato, il lettore così capisce chi è il personaggio solo dopo due pagine del capitolo...
Mi spiace ma nessun Premio Nobel mi esimerà dal criticare questo modo confuso di narrare una Storia politica complicata. Non c'è una motivazione stilistica nel costruire una tale narrazione, ma a me sembra che lo scrittore sia stato sopraffatto da tanto materiale narrativo da non saperlo gestire, e di scrivere via via gli avvenimenti, che un poco apprendeva con la sua ricerca storica e un poco arricchiva con la sua fantasia, così come invadevano di volta in volta la sua mente.
Al di là dunque del valore letterario dell'Opera ho appreso di fatti storici, che poi ho verificato, che vedono un popolo oppresso e rapinato da uomini che si possono definire mostri, non diversi da mostri del nostro continente europeo che ben conosciamo.
Nell'effettuare tale verifica ho appreso fatti recenti: nel 2024 è al potere in Guatemala un figlio di colui che aveva voluto la riforma agraria: dare ai contadini le terre incolte del latifondo. Riforma cancellata nel sangue da schifosi esseri che si sono succeduti dopo colui e chi l'ha sostituito nell'immediato quando lui è stato cacciato dalla Presidenza.
Bernardo Arévalo, attuale Presidente del Guatemala, è nato il 7 ottobre 1954 a Montevideo, capitale dell'Uruguay; suo padre era Juan José Arévalo, Presidente del
Guatemala dal 1945 al 1951, in esilio nel Paese sudamericano dopo il colpo di Stato del 1954[
HA LA POSSIBILITA' DOPO DECENNI DI COMPIERE QUELLA RIFORMA AGRARIA CHE SUO PADRE E IL SUO IMMEDIATO SUCCESSORE NON RIUSCIRONO A PORTARE A TERMINE.
Il 2% dei proprietari terrieri possiede il 62% della terra coltivabile del Guatemala. Le popolazioni indigene, storicamente espropriate delle loro terre dalla colonizzazione spagnola e poi dalle nuove élite dopo l'indipendenza, sono relegate sulle montagne, dove la terra è sterile, costringendole a vivere in estrema povertà. Il tasso di malnutrizione del Guatemala, pari a circa il 65%, è tra i più alti dell'emisfero occidentale.
QUESTI SONO I VERI PERSONAGGI STORICI DI QUESTE VICENDE DI SOPRAFFAZIONE E DI ASSASSINI NARRATE DA MARIO VARGAS LLOSA
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Jacobo Arbenz da l'annuncio delle sue dimissioni da Presidente del Guatemala dopo essere succeduto a Juan José Arévalo e aver tentato di continuare la sua politica della riforma agraria. |
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Jacobo Arbenz in partenza per l'esilio con tutta la sua famiglia
Jacobo Arbenz |
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Carlos Castillo Armas con l'aiuto del dittatore della Repubblica Dominicana e della CIA prese il posto di Jacobo Arbenz diventando il Presidente del Guatemala e cancellò la Riforma agraria appena iniziata facendo uccidere i contadini e togliendo loro le terre a loro assegnate da Arbenz. Venne ucciso tre anni dopo in un agguato. Nella foto sopra è con l'arcivescovo cattolico Mariano Rossell y Arellano ostile al governo di Jacobo Arbenz, che aveva assegnato le terre incolte del latifondo in proprietà ai contadini, e favorevole alla repressione sanguinosa di Castillo Armas.
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Il sanguinario dittatore della Repubblica Dominicana Trujillo con il capo della sua sicurezza il torturatore Abbes Garcìa
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Presumibilmente Marta Borrero Parra. Alla fine del libro Mario Vargas LLosa riporta la sua intervista alla donna ormai ottantenne a cui gli USA hanno dato la cittadinanza: alla domanda se l'abbia avuta per la sua collaborazione con la CIA la donna si è irrigidita e ha parlato dei suoi avvocati. Qualche tempo fa si trovavano sul WEB sue foto invecchiata, da quando il libro che parla di lei, tradotto in molte lingue, ha messo in risalto la sua storia, le foto sono sparite. |